La Ville Ouverte è un progetto multidisciplinare che si prefigge di rileggere lo spazio pubblico e le dinamiche ad esso connesse attraverso declinazioni inconsuete e punti di vista fuori dal comune– quelli prodotti dall’arte – capaci di attivare reazioni e riflessioni in grado di ribaltare l’idea comune prodotta della fruizione quotidiana.
La Ville Ouverte è un campo di ricerca e di confronto il cui scopo è produrre domande in un campo d’azione comune. È una metodologia. Una formulazione lavorativa che coniuga teoria e parassi mettendole sullo stesso piano. La teoria derivante dal confronto e la prassi spiazzante dell’arte contemporanea.
La Ville Ouverte si presenta come un workshop dove i protagonisti non sono solamente gli artisti che vengono chiamati a partecipare, ma anche i cittadini che vivono quotidianamente lo spazio pubblico conoscendone e riconoscendone i limiti perimetrali.
La Ville Ouverte è un progetto di residenze, confronto e riflessione tra artisti e pratiche artistiche, sul tema dello spazio pubblico.
La Ville Ouverte si traduce in un progetto di residenze capaci di accrescere, attraverso diverse modalità di azione: mostre, workshop, conferenze, lectures, l’impatto sociale e culturale sui territori in cui agisce.
La Ville Ouverte è un progetto in collaborazione tra Cantieri d’Arte e Arci.
All’interno della rete BJCEM, Arci e Casamemoire, hanno attivato a Viterbo nel settembre 2011 un workshop di public art dal titolo La Ville Ouverte nell’ambito di Cantieri d’Arte. Dopo una prima sessione di approfondimento a Casablanca, la seconda parte del workshop tenutasi in Italia ha portato sei giovani artisti, italiani e marocchini, a realizzare progetti per ripensare lo spazio pubblico. A Viterbo, le sessioni di discussione tra artisti e curatori si sono svolte in un soggiorno realizzato direttamente in uno spazio pubblico occupato temporaneamente per la performance Permesso di soggiorno (Visa card) di Alessandro Nassiri Tabibzadeh.
La Ville Ouverte 2si è tenuto tra Genova e Viterbo e ha presentato due workshop: uno nel quartiere della Maddalena a Genova e uno nel cortile di Donna Olimpia Pamphijli a Viterbo. A Genova il percorso ha dato luogo ad una proposta di riqualificazione di un area urbana della città che ha connotato l’arte come strumento di dialogo col territorio e con chi lo popola. Il quartiere della Maddalena, in grosse difficoltà economiche e sociali, è stato infatti ripensato come “Distretto della Creatività”. A Viterbo, invece, si è condiviso un percorso promosso da Escuela Moderna/Ateneo Libertario (escuelamoderna.eu) che ha consentito la costruzione di uno spazio relazionale temporaneo, all’interno del quale Massimo Mazzone ha condotto un laboratorio sul rapporto Autonomia, Arte e Anarchia.

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